Gianni stamattina ha preso un permesso al lavoro, è dovuto andare per suo padre, al Centro Assistenza Domiciliare della ASL di competenza. Siamo a Roma, in
periferia. -Si richiede visita diabetologica per rinnovo piano terapeutico, paziente non deambulante e non trasportabile,- sono asciutte le scritte sui foglietti rosa, precise. Alle nove
il
nostro amico si trova davanti la porta dell'ufficio giusto,l'attesa e' breve, entra,l'arredamento non e' un gran che, una
signora al computer, le sedie rattoppate, un librone davanti la scrivania. " Prego –fa un'impiegata, non quella al computer –Gianni porge il foglietto, l'impiegata scuote la testa: "noi non
abbiamo il diabetologo, il signore e' in carico al CAD?"
"Si certo "–risponde Gianni, elencando le patologie del padre e i servizi di cui usufruisce, ora l'impiegata ricorda, si e' alzata e si mette a cercare il fascicolo in un enorme schedario, lo
estrae, lo consulta.-
" Deve prenotare al CUP in corridoio". Gianni fa buon viso, ringrazia, esce.
In corridoio la macchinetta dei numeretti sputa il 273, il display indica 234, c'e' da aspettare. Si siede, il tempo scorre, qualche urlo in lontananza. 270, 271, si alza,272, finalmente il suo
numero, 273. Saluta e porge il foglietto, la ragazza allo sportello armeggia al computer e poi da l'appuntamento, in un certo ufficio, per il 5 dicembre. Gianni e' stupito, non ci vuol credere:
"guardi che la visita deve essere domiciliare", la ragazza allo sportello e' interdetta, spalanca gli occhi, –non c'e' scritto –dice. "Guardi meglio e legga, per favore –Gianni comincia a
scaldarsi–non deambulante e intrasportabile secondo lei cosa vuol dire?"
La ragazza non e' tranquilla, si consulta con la collega seminascosta che scuote la testa, poi cede ma non rinuncia a recriminare sulla mancanza della dizione: domiciliare. Porge un foglio da
riempire coi dati anagrafici. Ricomincia a picchiettare sulla tastiera, interviene una donna col camice, potrebbe essere un medico, confabula con l'impiegata al computer. Ha una bella faccia la
ragazza, tira fuori un sorriso e, in maniera complice, snocciola una nuova verità: " qui non abbiamo il diabetologo, facciamo prima se il foglietto rosa lo porta direttamente lei, nel tal posto".
In aggiunta, fornisce pure i riferimenti geografici più o meno. "Sa, noi dobbiamo spedirlo, prima che arriva ci vuole tempo". Ecco quello che ha suggerito la donna col camice, un'infermiera.
Gianni ha perso una giornata, non ha il numero di telefono del posto dove dovrebbe recarsi, non sa quando e' aperto, chiede almeno la via. La via gliela dicono, prende il foglietto rosa,
ringrazia, pensa che e' meglio cosi e va via. Dovrà informarsi sul dove e sul quando, poi un nuovo permesso al lavoro e finalmente il rinnovo del piano terapeutico, per un malato non deambulante
e non trasportabile. Il CUP non può mandare un fax, non può mandare una mail, non può fare una telefonata.
Gianni in macchina lascia andare i pensieri.
E' obbligatorio questo andamento delle cose?
Gianni ha incontrato delle lavoratrici normali, non e' colpa loro se il diabetologo non e' attivabile dal CAD, non e' neanche colpa loro se vanno in confusione perché sulla ricetta non c'e'
scritto domiciliare. Erano al loro posto ad arrangiarsi.
Poteva essere tutto diverso: il medico di famiglia scrive la ricetta e, invece di stamparla, la manda direttamente alla struttura responsabile, con una mail. La struttura ricevente chiama a casa
del malato e concorda la visita. Le impiegate allo sportello avrebbero potuto essere impiegate in attività più produttive, Gianni non avrebbe dovuto chiedere un altro permesso al lavoro.
Si parla tanto di efficienza, di efficacia, si e' detto che la colpa di tutto quello che non funziona e' degli impiegati, oppure dei soldi che mancano. Possibile che nessuno di quelli che
decidono, si sia mai trovato a dover girare per un malato non deambulante e non trasportabile? Ma se invece fossi io il malato, prosegue Gianni,un baldo giovane maratoneta, perché dovrei girare
per uffici, quando invece possono girare le comunicazioni elettroniche?
La domanda finale che si pone Gianni e' la seguente: "sono troppo intelligente io oppure e' troppo stupido chi comanda ?"
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