Il mestiere è semplice, il boss di manda uno da ammazzare e tu lo fai, poi fai sparire il corpo. Prendi qualche soldo, vedi una donna pubblica, ti droghi. Sembra normale fino a quando non devi incontrare te stesso più vecchio di trent'anni, non avere neanche la curiosità di chiedere cosa hai fatto senza saperlo, imbracciare un fucilone
buono fino a quattordici metri e sparargli. Magari in un campo, poi ti liberi del corpo e ti rimangono trent'anni di vita, poi basta. Abbiamo inventato i viaggi nel tempo, ci si droga con un collirio, devi chiudere il cerchio, se ci si pensa si esce fuori di testa, se sbagli il bersaglio, sei rincorso dai pistoleri. Idea non male, levare qualche pistolettata di troppo anche se parlare di pistoleri senza pistolettate sarebbe azzardoso, restano i problemi sulla farfalla che sbatte le ali all'equatore oggi e succede un guaio nel tempo parallelo, futuro, di chissà quanta gente. Uccideresti un bambino che fra trent'anni vorrà uccidere te? Erode in salsa post moderna. Godibile, scontato. Vagamente illuministico, ma proprio vagamente. Sconsigliato, per la scontata soluzione che propone, se avete paura di sapere come sarete fra trent'anni.
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Ricciolidoro (lunedì, 04 febbraio 2013 09:44)
Interessante l'idea che quello che sei oggi non è detto che coinciderà con quello che sarai tra trent'anni, un altro te stesso che gli incontri possono cambiare. Radicalmente. Un'altra possibilità di te, un destino incrociato, che ha cambiato l'eventualità di te ad un bivio in uno degli istanti della tua vita. E un incontro determina la tua scelta, quella di oggi, diversa di quella che sarebbe tra trent'anni, perché anche quella è stata condizionata da un incontro. Non così scontato e, in qualche modo, romantico. Per chi ama le possibilità di futuro, i destini irrealizzati, i rami secchi del passato. Qualche pistoletta di troppo, è vero, ma bello il contrasto tra la prima parte, buia, e la seconda luminosa, quella degli incontri. Calviniano.