Ho aspettato il pomeriggio, ho visto che l'impresa era quasi disperata secondo le rilevazioni di mezzogiorno e ho deciso di partecipare, il mio voto è andato secondo le indicazioni della maggior parte dei miei amici, ho superato il vomito di votare insieme a certa gente che non vorrei incontrare neanche all'inferno e ho varcato la soglia. Non tanta gente dico il vero ma neanche il deserto dei tartari, certo quando la scrutatrice cercando il mio nome sul registro voltava le pagine degli aventi diritto, i tanti vuoti si vedevano, no, non vuoti, intere pagine bianche. Vabbè andrà come andrà, forse il tentativo di dare una spallata a Renzi per via referendaria ambientalista non è stata tanto efficace, comunque sulla scheda c'era un quesito
e io ho risposto a quello. Volete voi.... Si, lo voglio. Così sto a posto, ho partecipato al processo democratico. Però una cosa la devo dire e la dico con tutto il cuore, non mi rompete più le palle con questa storia del dovere di votare e con l'illegittimità dell'astensione. Votare non è un dovere, votare è un diritto. Posso decidere di esercitarlo oppure no, sono affari miei. Qualche volta mi sono astenuto alle elezioni politiche, pensavo fosse giusto e ne ho tratto somma soddisfazione, se qualcuno mi chiedeva gli dicevo di non andare a votare che non c'era nessuno a rappresentarci. Ho fatto propaganda astensionista, non ne sono fiero, non me ne vergogno, è un fatto. In genere in occasione di referendum andavo a votare invece. I nostri antenati hanno lottato, si sono sacrificati perché avessimo il diritto di votare i nostri rappresentanti, hanno fatto bene, anche io lo avrei fatto. Detto questo, se mi va vado a votare, se non mi va non ci vado. Invece soprattutto in questi ultimi giorni si è fatta strada la teoria secondo la quale il voto sarebbe un dovere, si è presa l'occasione della posizione di Renzi per contrapporgli la sequela dell'educazione civica del bravo cittadino. Su Renzi penso che abbia sbagliato ad invitare all'astensione, il capo del governo sostenendo le ragioni della propria opera dovrebbe avere più cpraggio, tuttavia la posizione astensionistica è pienamente legittima, altrimenti non si spiegherebbe la necessità del maledetto quorum da raggiungere. Aggiungere alla critica di una posizione politica sbagliata, la denuncia per propaganda astensionista mi ha fatto cadere i gomiti in posizione innaturale, aggiungere ancora che si va a votare perché è un dovere mi ha provocato un senso di straniazione. Se votare fosse un dovere come in certi posti, dove appunto si arrivava al 99,99 per cento di votanti e aggiungerei dei favorevoli, io sarei all'opposizione di questo dovere. Il dovere di votare disegna un universo concentrazionario, non è quello che mi piace e che augurerei ai miei cari. Ma a parte queste considerazioni post prandiali mi è venuto in mente un episodio che i vecchi come me, ricorderanno sicuramente. 18 Aprile 1999 referendum per l'abolizione della quota proporzionale alle elezioni politiche, per molti partiti, specie i più piccoli sarebbe stata la fine, io stavo, come puoi sbagliarti, con un piccolo partito. Ebbene la scena era questa: Fini, Veltroni e altri esponenti del nuovo, della semplificazione, del maggioritario, stavano in una saletta inquadrata dalla telecamera, la luce violacea i colti direbbero livida, il presentatore che legge i dati della consultazione e arriva la ferale notizia: il quorum non si è raggiunto, i nuovi, i semplificatori si fermarono al 49,7%, la maggioranza degli italiani fece loro una pernacchia, ma una pernacchia come vincere il derby all'ultimo minuto su autogol. Allora molti di coloro che sostenevano le ragioni della rappresentanza proporzionale e quindi del No al referendum, andarono al mare e dissero a tutti di andarci, fu considerata l'astensione, la difesa più efficace. Io no, andai a votare, votai no perché preferivo una sconfitta chiara alla solita palude che sarebbe rimasta, ma questo è un dettaglio. Volevo dire che sono andato a votare perché non è un dovere, se fosse stato un dovere non sarei andato.
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Renato (domenica, 17 aprile 2016 22:22)
alle 21 vado a prendere il certificato elettorale...azz..."esaurito"... corro al comune...parecchia fila...ritiro il certificato e voto SIIIIIII....bene...almeno da domani o rinnovato in pieno il MIO diritto di lamentarmi su quello che non va!!!