La mezzaluna, l'Europa, gli affari. - di Renato La Manna -

L'Adesione della Turchia all'Unione europea è un obiettivo che si prefissò il governo turco fin dalla fine dagli anni ‘60.

La Turchia instaurò delle relazioni particolari dal 1963 quando la Comunità economica europea (predecessore dell'Unione europea) firmò il Trattato di associazione con lo stato turco chiamato Accordo di Ankara con cui si fissarono gli obiettivi fondamentali dell'associazione tra la comunità e la Turchia. I problemi, dell’ingresso della Turchia in Europa, sono dovuti al fatto che la Turchia è lontana dai parametri di democrazia europea.

 

A partire dal 2003, Erdoğan (Premier Turco dal 14/03/2003 al 28/08/2014 e Presidente dal 28/08/2014) ha messo in atto diverse misure per portare lo stato turco dentro i parametri imposti dall'Unione Europea.

 Ma cosa, in particolare, ha impetito fin’ora l’ingresso della Turchia nell’UE?:

 Intanto la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) (sottoscritta a Roma il 4/12/55 e resa esecutiva in Italia con Legge 4/1955 n. 848).

 In particolare, la Convenzione si fonda sui valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei

 

diritti umani. Questi valori sono comuni a tutti gli Stati membri. Inoltre, le società degli Stati membri sono caratterizzate dalla tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la non discriminazione.

 

La Turchia violava almeno due dei principi fondamentali della convenzione: la previsione della pena di orte e la discriminazione verso i Curdi.

 

Tra le riforme si segnalano l'abolizione della pena di morte e il progresso nel riconoscimento dei diritti della minoranza curda, nel 2004.

 

Queste riforme, insieme ad altre, hanno spinto la Commissione Unione Europea a suggerire al Consiglio Unione Europea l'avvio dei negoziati. L’esito e la durata, però, rimangono incerti.

 

I valori contenuti nella Convenzione svolgono un ruolo importante, soprattutto in due casi concreti:

 

In primo luogo, il loro rispetto è una condizione necessaria per l’adesione di un nuovo Stato membro all'Unione.

 

In secondo luogo, la violazione di tali valori può comportare la sospensione dei diritti di appartenenza di uno Stato membro all'Unione.

 

All’inizio aderirono alla Convenzione solo i singoli Stati, ma con il Trattato di Lisbona (firmato il 13 dicembre 2007) la Comunita’ Europea in quanto tale vi ha aderito. Questo ha rafforzato la dimensione ultra-nazionale dei diritti fondamentali dell’uomo.

 

Gli ottimisti vedono nella Turchia importanti punti a favore, uno di questi è di personaggi come Jacques Chirac e Tony Blair. 

 

Gli scettici (tra cui diverse associazioni umanitarie) rilevano invece come la salvaguardia dei diritti umani e civili in Turchia sia ancora insufficiente.

 

Un altro punto nodale per l'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea riguarda il genocidio degli armeni e dei cristiano assiri (tra il 1915 ed il 1916). Infatti, non solo questi genocidi non vengono riconosciuti, ma tramite l'articolo 301 del codice penale turco si persegue chi pubblicamente ne parla come è accaduto anche nei confronti del premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk.

 

Inoltre, nel 2002 lo stesso Presidente della Convenzione Europea, Giscard d'Estaing, rilevando le ancora forti differenze culturali, dichiara pubblicamente la sua decisa contrarietà all'entrata della Turchia nell'UE, sostenendo che un suo eventuale ingresso segnerebbe la fine dell'Unione europea rendendo impraticabile una vera integrazione.

 

Passiamo ora al Golpe:

 

Il 15 luglio 2016 parte il Colpo di Stato o, secondo molti, il finto Colpo di Stato. In effetti ci si chiede come mai, quando i due elicotteri inviati per l’attacco sono arrivati sopra l’albergo di Erdogan, il presidente se n’era già andato da due ore. In secondo luogo, Erdogan, non solo, poteva contare sul pieno appoggio del MIT (I Servizi Segreti Turchi), della Polizia e di una parte delle Forze Armate, ma addirittura ne ha il controllo. Quindi, sembra quantomeno strano che lui non sapesse niente dei preparativi del colpo di Stato.

 

Poi, non va dimenticato che già l’indomani del Golpe, il 16/07/2016 cominciano le epurazioni:

 

vengono arrestate oltre 60 mila persone (tra Magistrati, militari, giornalisti, insegnanti, rettori di Università, avvocati, civili).

 

Vengono immediatamente sospesi 29.464 dipendenti pubblici (compresi poliziotti insegnanti e uomini delle forze di sicurezza); 21mila docenti di scuole private vengono revocati.

 

Il 21 luglio 2016: il vice primo ministro Numan Kurtulmus rende noto che La Turchia ha deciso di sospendere  la Convenzione europea dei diritti dell'uomo dopo aver proclamato lo stato di emergenza.

 

In conclusione, si ha come l’impressione che ci sia qualcosa di strano nella colossale epurazione, cioè nella catena di arresti e sospensioni in corso in questi giorni in Turchia dopo il fallito golpe di venerdì notte. E’come se i nomi delle quasi 60mila persone arrestate o sollevate dai pubblici uffici, immediatamente dopo il 15 luglio, fossero già custoditi in una lista bella e pronta.

 

Ma la cosa strana è che mentre si discute di diritti umani, nello stesso tempo, pare che l’Europa stessa li abbia messi in secondo piano a beneficio degli interessi dell’alta finanza.

 

Forse è arrivato il momento di ripensare all’Europa della solidarietà tra i popoli che tutti noi sognavamo!

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