Gli handicappati si possono e si devono toccare. Gli handicappati lo sanno come stanno se glielo dici, spesso risparmi sull'ipocrisia e guadagni sul resto. Se sei
miliardario e hai molto vissuto e anche sofferto, lo sai benissimo.
Questo è il film, non la parabola sull'amicizia impossibile fra il ricco tetraplegico e il negrone che ragiona e si comporta come Checco Zalone.
Ad un certo punto il denaro smette di essere la misura di ogni cosa, te ne accorgi quando ne hai a sufficienza per tre o quattro generazioni, anche il ricco si
accorge
di questo, non ne ricava la necessità di lasciare un segno positivo al mondo dopo la sua esistenza, ma linfa per la propria disperazione. Il negro serve a questo, la periferia francese, fa schifo si vive giorno per giorno e le cose non sono destinate a migliorare, il negro le cose che non richiedono tante elucubrazioni e' capace di risolverle. Quando il problema non sono i soldi il negro non si batte. I muscoli, le braccia il sano appetito divengono indispensabili alla salute del padrone bisognoso. Non c'è scambio, non c'è quindi amicizia, come, questa volta giustamente, recita il titolo, non originale. Buone le interpretazioni, adatte cioè ad una commedia non agra, nel suo genere due ore ben spese, adatto al grande schermo, se lo trovate ancora, andate senza indugio.
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