Il cinema vecchio stile, quello dei pomeriggi invernali che poi finivano dentro case fumose con luci più basse del necessario, sempre tanta gente dentro, familiari
in genere. Il cinema dei lacci di liquirizia, andare in gruppo, tornare in gruppo, fra cugini. È questo film un precipitare verso il punto di quando era tutto ancora intero. Il cavallo è
bravissimo e bravi gli attori a contorno, la storia mostra le sofferenze delle diverse età della vita, squarci di comunità, la dipendenza da un raccolto, la difficoltà di arrivare ad un raccolto.
La guerra, poi, la prima mondiale,
sangue, trincee, fango e gas e gli uomini in guerra: infami, eroici leali, impotenti, umani e inumani. È un film di formazione dell'identità maschile, da vedere in sala coi ragazzi, di pomeriggio, poi tutti a cena come si deve a parlare dei nonni, del loro rapporto con la terra e gli animali. Parlare quindi di noi, di come siamo diventati, di come vorremmo essere, dei sogni che non si devono abbandonare. Adatto anche a coppie di lungo corso, per riflettere sulle ferite che la vita, non l'amore,ha inferto.
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