Con una punturina si può guarire da una certa forma di leucemia, così hanno scritto pochi giorni fa i giornali. A parte il titolo poi si vede che ci sono delle
condizioni cliniche: ad esempio che devi avere meno di venticinque anni, ma questi sono dettagli. In effetti non è proprio una punturina perché non è un trattamento standardizzato, anzi, c’è
proprio una certa complessità: ti levano certi linfociti, li infettano con un virus trattato che avendo una certa proteina può funzionare da calamita nei confronti delle cellule malate e a quel
punto, quando i linfociti si sono moltiplicati q.b. te li rimettono dentro, appunto la punturina, e distruggono la malattia. Tutto ciò funziona in ottantatrè casi su 100.
Certe notizie sono fiche, con tutte le cautele del caso è chiaro che una strada nuova è stata aperta, mio padre quando era malato e sentiva notizie del genere si risollevava. Credeva che messo
dentro una macchina delle malattie sarebbe stato rimesso a nuovo: nuovo fegato, nuovi polmoni, nuovo pancreas eccetera. La divulgazione scientifica in campo medico produce l’effetto speranza, la
sensazione che qualcuno stia lavorando anche per te, per guarire proprio te.
Il titolo diceva pure di un dettaglio: costo del trattamento 475 mila dollari a paziente. Quindi se hai la sfortuna di avere questa particolare leucemia e hai meno di venticinque anni, ma hai la
fortuna di essere milionario in dollari, può darsi che vedi l’alba di dopodomani. Se hai solo la sfortuna e non anche la fortuna di cui sopra, non partecipi alla grande festa.
Direi che questa è una questione non irrilevante, il prezzo del trattamento è dovuto agli anni di ricerca e alla necessità di trattare ogni singolo paziente in maniera individuale, non ho dati
per dire quale sarebbe il margine di guadagno che certo ci sarà.
La società che ha fatto tutta l’operazione è la Novartis, una multinazionale con il fatturato annuo di uno stato quasi cinquanta miliardi di dollari, quasi centoventimila lavoratori, sedi in
decine di paesi, una potenza.
Per me la questione è rilevante per due o tre aspetti che mi sembra non siamo stati evidenziati: in primo luogo il costo, non va bene che se non hai i soldi devi morire: non ditelo neanche. Se mi
servono i soldi per curare un mio congiunto io vado a fare un rapimento per rimediarli, se non riesco a fare un rapimento vengo a casa vostra, se capisco dove state, e me la prendo coi vostri di
congiunti. In secondo luogo è proprio il merito. Mio padre come la maggior parte dei vecchi aveva una certa fiducia nella scienza e nel progresso, gente che non aveva il bagno in casa, faceva
venti chilometri al giorno per andare a lavorare, adottava la dieta mediterranea stretta, con un po’ di vergogna. Capiva che rispetto ai suoi tempi c’è stato un miglioramento e pensava
fosse applicabile a tutto. Ebbene il merito: si arriva ad una soluzione per una malattia tutto sommato marginale che certo miete meno vittime dell’influenza, e questa soluzione riguarda la
manipolazione genetica, io ci sto, non ne sono spaventato. Anzi ti dirò: capisco che tu multinazionale ci hai messo del tuo, credo sia anche giusto remunerare il tuo sforzo, tuttavia, la
manipolazione genetica non la posso lasciare in mano privata, non mi rompere il cazzo, non è possibile. La roba che tocca la genetica deve essere pubblica o minimo minimo condivisa col pubblico,
se il pubblico sono decine di paesi va bene uguale, se il pubblico è l’ONU va bene uguale, comunque deve esserci un soggetto pubblico che se non può stare un passo avanti, deve stare al passo. La
roba genetica non è come il farmaco contro la disfunzione erettile, li basta un po’ di peperoncino e ‘na ragazza giusta che ce sta’. Nella roba genetica c’è materia per i filosofi, non si
scherza.Tutto il resto è materia della politica che serve e dell'enormità dei compiti che ci attenderebbero se riuscissimo ad individuarli.
Tutto questo per dire che veramente a parlare di Salvini e compagnia cantando, ci si atrofizza il cervello, abbiamo un mondo da conquistare.
Scrivi commento