Se uno qualunque si mette su un palco a gridare le cose che non vanno, prende la comprensione e gli applausi, se alle cose che non vanno aggiunge le parole magiche: casta, spreco, politica, partiti, l'applauso si trasforma in ovazione. Anche i sindacati non godono di buona stampa. In piazza non si va tanto per il sottile, si dice in tutti gli ambienti quando alzi un po' i toni, quando dici una parola forte, anche fra amici, anche al bar: che fai un comizio? Di Grillo questo non si può dire, usa le stesse parole in ogni circostanza, non so, ma non escluderei che anche in famiglia, in cucina, impugnando il mestolo come un microfono, si lasci andare contro le pentole o i piatti che sono la vera casta, in tutte le case e inamovibili, da anni sempre al loro posto, puoi cambiare colore e forma, però sempre pentole e piatti rimangono. Tutti uguali, sono tutti uguali. Stavolta, il simpatico ed ecumenico leader del movimento cinque stelle, si è lanciato contro i sindacati che devono essere eliminati. Vuole uno stato con le palle. Io conosco i sindacati, a guardare qualche articolo qui pubblicato, potreste vedere che i sindacati come categoria dello spirito non esistono, ci sono quelli che cercano di fare il loro compito, difendere e migliorare le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori, preoccuparsi di quelli che vengono licenziati, discriminati, di quelli precari. Possono avere una strategia diversa, possono dividersi, possono fare errori e qualche volta farne di gravi, tuttavia la loro vita è costituita dalla ragione per cui sono nati: difendere i deboli contro i forti nei luoghi di lavoro. Ci sono pure i sindacati che sono invece delle piccole ditte individuali, strutture che, mancando una legge sulla rappresentanza, costituiscono lo strumento dei più forti contro i più deboli nei posti di lavoro. C'è una definizione specifica che li individua: sindacati canaglia. Ditte che firmano contratti su misura per certe associazioni datoriali. Per spazzare via i sindacati canaglia, basta una legge che ne misuri la rappresentatività. Pensiamo al SIMPA, sembra il personaggio di un fumetto e invece era il giocarello della Lega Nord, non ci si iscrivevano neanche i leghisti eppure aveva un posto al CNEL. Abbiamo visto come è finita. Se Grillo, l'ecumenico leader, avesse detto basta coi profittatori, facciamo votare i lavoratori dove lavorano, avrebbe ricevuto gli stessi applausi ma non sarebbe stato lui. Grillo infatti, non capisce niente di lavoro, di fatica, di Costituzione Italiana. Può prendere i voti, può spopolare nei sondaggi, la verità resta : non capisce niente. Per eliminare i sindacati, si fa presto, basta una legge che renda illegale l'associazione fra lavoratori. Queste cose uno Stato con le palle le fa. Ci sono esempi nel mondo e nella storia, figuriamoci se Grillo non ha tratto ispirazione ecumenica dai ragazzi di Casa Pound Italia. Queste frasi il leader del movimento cinque stelle, le ha pronunciate in Puglia, terra di braccianti e caporalato, terra di illegalità e baraccopoli per i negri, raccoglitori un tanto a cassetta e nessun diritto. C'è la CGIL li, girano con un camper, minacciati, a portare una parola a cercare di organizzare i senza niente. Grillo vuole eliminare i sindacati e lo dice nella terra dove lo sfruttamento assume i contorni dello schiavismo. Devi essere una persona spregevole per dire certe cose, io penso che Grillo lo sia.
Scrivi commento
Ancoravento (sabato, 19 gennaio 2013 10:58)
Sperando di non subire "le bucce" sugli aspetti peculiari degli organismi e degli apparati sindacali, e dei loro atti e fondamenti costitutivi, sui quali non ho alcuna competenza, posso provare a presentare il mio pensiero.
Io trovo che ci siano diversi punti che non risultano chiari e che in una forma estremizzata nella sintesi, e sguaiata nei modi, accade che inevitabilmente sia espressa alla maniera di Grillo.
Cerco di spiegarmi, semplificando al limite della banalizzazione
In un paese moderno ed in una democrazia evoluta, a mio avviso il lavoro dovrebbe essere assoggettato a leggi e normative date dalla collettività. Il costo stesso del lavoro dovrebbe partire dai minimi stabiliti dallo stato, cioè dagli stessi cittadini.
Ancor più ciò dovrebbe valere nel pubblico impiego. In quest'ambito, dovrebbe essere lo Stato (cioè noi stessi) a stabilire il prezzo di ogni prestazione di lavoro... anche imponendo un drastico "ribasso", purché esso sia (come detta la regola democratica) assunto dal contesto parlamentare e legislativo.
Trovo che se una organizzazione sindacale parla di diritti dei lavoratori, confondendo in un unico magmatico contesto sia i lavoratori del pubblico sia quelli del privato, commette un opera di mistificazione della realtà in quanto i lavoratori non sono tutti uguali: i lavoratori del pubblico SONO lo stato dal quale sono pagati per il loro lavoro, mentre i lavoratori del privato debbono essere tutelati dallo Stato affinché ad essi sia corrisposto almeno il minimo stabilito tra Stato e rappresentanze dei lavoratori e degli imprenditori.
Da questa mistificazione principale nascono tutte le critiche che condivido con molte altre persone. Da quelle rivolte alla costituzione di apparati elefantiaci, a quelle riguardanti il tesseramento (dei pubblici dipendenti, guarda un pò!), a quelle riferite alle azioni non sempre limpide in seno ai rinnovi contrattuali...
Come sempre
Ancoravento
fabio (domenica, 20 gennaio 2013 09:58)
forse potrebbe essere utile ascoltare tutto ciò che Grillo ha detto sui sindacati e non solo i 30 secondi estratti ad arte dai tg. È facile, si va su youtube e ci si fa un'idea propria, senza per forza prendere per buono ciò che vuole la tv.
Il concetto è: i lavoratori devono partecipare alla proprietà dell'azienda in modo da poter controllare i bilanci.
I sindacati rappresentano ormai solo se stessi e raramente fanno gli interessi dei lavoratori.
redazione (domenica, 20 gennaio 2013 11:51)
Risposta ad entrambi: per ancoravento, ti consideriamo un redattore ma il tuo contributo non si capisce. Manda 15 righe in particolare sui rinnovi contrattuali e tesseramento e ti facciamo rispondere da un sindacalista stesso spazio stesso articolo.
Per Fabio, questa storia della integral version è stucchevole. Grillo è stato chiarissimo, e quello che ha detto è sbagliato, i bilanci delle aziende sono pubblici, ma anche se le aziende fossero di proprietà degli stessi lavoratori, ci sarebbe ugualmente bisogno del sindacato, meglio dei sindacati, anche quelli che non ci piacciono.