10 novembre 2011
Per ragioni di ecologia della mente, davanti alla accelerazione che ha avuto la crisi finanziaria le forze politiche collocate all'opposizione e che ad ogni tentativo del governo in carica hanno
sottolineato che si doveva procedere in modo diverso e socialmente più equo, dovrebbero avere un atteggiamento semplice: al voto subito che bisogna spazzare via i protagonisti del disastro. Se il
presidente della repubblica, che dio lo conservi, vuol fare un tentativo diverso prima delle urne,noi lo rispettiamo, se sceglie una persona degna noi lo apprezzeremo se il programma della
persona degna sarà degno, noi lo appoggeremo. Se il programma avrà continuità con quanto abbiamo contrastato, noi non lo voteremo e si andrà allegramente a votare con le renne e gli sci, se
necessario.
La politica però non segue percorsi lineari e quindi siamo costretti a svolgere un ragionamento con più variabili.
Si delinea lo scenario del prossimo periodo: il presidente del consiglio attuale va a casa, si forma un governo presieduto dal neo senatore a vita Monti composto al momento dal terzo polo, da
parte consistente del popolo della libertà e dal partito democratico. L'italia dei valori è grandemente incerta e anzi propende per le elezioni subito, come la Lega nord che ha dichiarato che si
collocherà all'opposizione. Resta da vedere come si comporterà la ridotta berlusconiana, a mio avviso a parte le dichiarazioni di circostanza S.B.si terrà in un cantuccio in attesa di tempi
migliori, quando spera di tornare l'ape regina.
Andiamo con un po' d'ordine: in primo luogo Monti senatore a vita: con questa mossa il presidente della repubblica ha fatto un regalo agli uomini politici: vi guiderà uno di voi seppur neo
nominato e non un esterno, circostanza questa, che vi avrebbe ancor più umiliato.
Monti è conosciuto in Europa e secondo Marco Pannella quando fu nominato come commissario europeo proprio da Berlusconi era il rappresentante dei poteri forti, per quanto questa espressione sia
del tutto priva di qualunque fondamento e possa essere tranquillamente collocata fra le espressioni trite e ormai prive di significato. A parte l'Europa il futuro presidente del consiglio è
conosciuto in Italia per la sua attività pubblicistica sul Corriere della Sera, è una persona sobria con un ragionare pulito, certo non un rappresentante della classe operaia , ma uno che si
rende conto che il capitalismo attuale non è il migliore dei mondi possibili. Sulle soluzioni che proporrà, certo si potrà discutere, ma ci saranno risparmiate barzellette sceme, le pernacchie e
i rutti.
Un piccolo passo avanti .
La Lega dimostra di essere uno stato d'animo e non un partito, meglio dimostra di essere lo stato d'animo del pernacchiatore, da qui l'idea di chiedere le elezioni sapendo che non ci saranno e,
cavalcando una presunta lesione democratica che non c'è, si collocheranno all'opposizione di tutto ciò che hanno concorso a determinare sopratutto riguardo gli enti locali. La speranza è che i
cittadini dimentichino il disastro prodotto dai fenomeni in camicia verde.
Il Berlusconi partito è ora composto da tanti che tengono famiglia, pronti a votare anche Giuseppe Stalin pur di rimanere dalle parti del centro di Roma e, da alcuni soggetti, in maggior parte
ministri in cerca della bella morte. Questi ultimi chiedono le elezioni subito perchè la storia, se non vengono annientati in un confronto elettorale, li dimenticherà. Pensiamo a Sacconi, La
Russa, Brunetta.
Il partito di Di Pietro, usa un argomento ragionevole: non diamo la fiducia al buio perchè non vi è certezza che ci saranno politiche oltreberlusconiste ma, sembra intempestivo, sopratutto per il
rapporto col PD,lasciato da solo con gli orchi.
Per esplicitare una posizione definitiva sia l'IDV che le altre forze politiche esterne al parlamento possonosi anche aspettare il dopodimissioni cioè le consultazioni e le proposizioni del nuovo
presidente del consiglio, la formazione del governo gli annessi e i connessi, nel frattempo si può votare contro o criticare la legge di stabilità se non convince e niente è compromesso per il
futuro.
Tutto ciò allo scopo di non essere tacciati di essere quelli che vogliono egoisticamente lucrare dalla situazione senza considerare gli interessi generali del paese, per quanto anche questa
espressione se non è declinata dal punto di vista sociale sia ormai esausto.
Anche l'idea di dover abbracciare le stesse posizione della lega e dei ministri che saranno dimenticati sul danno ai principi democratici se non si va a votare subito, dovrebbe indurre prudenza a
tutte le persone dotate di più di sei o sette grammi di materia celebrale
Il PD non può fare altro, decine di dichiarazioni solenni, nonostante qualche tentativo di Bersani, lo inchiodano alla necessità di votare il nuovo governo,quasi a prescindere dal programma.
Cosa succederà dunque? Se il governo sarà varato con le caratteristiche minime per funzionare cioè la stragrande maggioranza del PdL, il terzo polo e il PD, diventerà l'incubatrice di nuovi
equilibri politici per il centro destra. Qualcuno può stupirsi che la maggioranza del PDL e il terzo polo siano destinati, archiviato Berlusconi, a stare insieme? No, nessuno si stupirà.
Per questo motivo chi da sinistra vuole uscire dalla crisi in maniera diversa da quella che potrebbe essere proposta deve giocare una partita, a questo punto, originale:richiedere seriamente di
spostare gli equilibri sociali dell'azione di governo attraverso la proposizione di punti programmatici semplici da spiegare e anche da realizzare .Se il tentativo come è probabile dovesse andar
male si sarebbe almento coperti dall'essere definiti sfascisti e si diraderebbero un bel po' di questioni prima fra tutte si svelerebbe la fantasia secondo la quale tutti saremmo sulla stessa
barca.
Scrivo queste parole perchè sono ossessionato da quanto mi è stato raccontato da un assessore di Chianciano Terme, all'epoca dei fatti lui era un giovane militante sono poche righe posso
raccontarlo anch'io a voi: siamo a metà degli anni 70 del secolo scorso.
A Chianciano il partito comunista ebbe un successo straordinario, questo ragazzo, tornando a casa festoso fu interrogato dal vecchio padre partigiano che chiese chi sarebbe stato il sindaco. Il
militante festoso pronunciò il nome di un esponente socialista, seguì una bestemmia da parte del vecchio e poi la seguente espressione: noi non si vince neanche quando gli altri perdono.