Non resistiamo, è più forte di noi l'indignazione che ci monta quotidianamente sul caso dei Girolamini, di cui abbiamo gli aggiornamenti recenti, con l'arresto di altre persone, tra cui il padre Marsano, il Priore complice dei furti senza nessuna destrezza.
E si scopre che Massimo De Caro di libri ne ha rubati almeno 4000, tra cui due preziosissimi testi di Galileo che lui ha sottratto sostituendoli con falsi. E che almeno 2 sono finiti nelle mani di Dell'Utri, il quale ha promesso, bontà sua, di restituirli. E che il De Caro si muoveva accompagnato da telefonate dell'ex Direttore Generale ai Beni Librari, Fallace, che gli apriva le porte delle Biblioteche statali e che evidentemente non gli venivano rinchiuse, visti i libri sottratti.
Non è solo una storia di ordinario saccheggio, è la storia del degrado civile e morale della nostra italietta, di un ladro riconosciuto nel suo ambiente anche a livello internazionale, di cui diffidare, da non invitare. Me lo riferisce una mia carissima amica, che ha avuto l'ardire di protestare per l'ennesima iniziativa a cui era stato invitato, in una Biblioteca romana prestigiosa. Li aveva messi in guardia ed era stata pesantemente redarguita. Solo l'arresto del De Caro ha posto fine con imbarazzo all'evento e solo grazie a questo si è salvato qualche altro libro dal saccheggio.
E iniziano le dichiarazioni imbarazzate e imbarazzanti: il buon Galan che dice di averlo messo lì, senza leggere il curriculum, su richiesta di Dell'Utri a cui lui "deve tutto". Cosa gli deve? I nostri libri, la nostra memoria e la nostra coscienza civile? In questa storia ogni cosa ha il suo prezzo, a partire dalle Istituzioni. Che ci stanno dentro tutte fino al collo.
La Biblioteca è in custodia giudiziaria ed il Conservatore addetto alla custodia si aggira in un ambiente devastato, un gioiello ridotto a terreno di scorreria. Solo la custodia, niente fondi, nemmeno per pagare le utenze e le pulizie, che il Conservatore e i lavoratori fanno da soli.
E i Girolamini "sfastidiati", che continuano a dir messa. E il Mibac assente, da tutto.
Ecco: non è un caso strano, quello dei Girolamini. Non è nemmeno isolato, andate a Caserta e vedrete come stanno riducendo la Reggia, la cui fruizione è ormai un problema di ordine pubblico. Andate a Pompei e scoprirete che non basta un protocollo sulle legalità a salvare il sito.
Andate a Trieste, Milano, Roma e toccate con mano le sventure che colpiscono la nostra memoria e la nostra cultura.
Fino a quando?
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